COMUNICATO STAMPA – 1 giugno 2020

Bretella Ceparana-S. Stefano Magra e ricostruzione del Ponte di Albiano Magra.

Legambiente chiede la rettifica a ‘Il Tirreno’: il ponte di Albiano Magra va ricostruito in tempi celeri.

In merito alla risposta stampa apparsa ieri su ‘Il Tirreno’ in seguito al comunicato stampa di Legambiente La Spezia sul progetto di Bretella Ceparana-S. Stefano Magra, si segnala che il quotidiano in questione ha riportato in modo erroneo affermazioni che non sono mai state pronunciate da Legambiente.

Il Comunicato di Legambiente infatti fa riferimento alle posizioni solo ed esclusivamente in merito al progetto di Bretella Ceparana-S. Stefano Magra, e non fa nessun cenno alla ricostruzione del ponte crollato ad Albiano Magra, come invece erroneamente riportato su Il Tirreno.

Legambiente pertanto ribadisce la posizione espressa con comunicato nazionale l’8 aprile 2020, che richiede un piano per la manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture italiane esistenti, chiedendo di investire prioritariamente le risorse pubbliche in manutenzione e messa in sicurezza invece che in nuove autostrade e infrastrutture.

A scanso di qualunque equivoco, Legambiente pertanto ribadisce che la ricostruzione del Ponte di Albiano Magra deve avvenire in tempi celeri, mentre conferma la propria posizione contraria al progetto di Bretella Ceparana-S. Stefano Magra.

Luigi Ringozzi, Presidente del Circolo Legambiente LunigianaStefano Sarti, Presidente Circolo “Nuova Ecologia” Legambiente Della SpeziaAlessandro Poletti, Presidente Circolo “Valdimagra” di LegambienteGiovanni Cortelezzi, Presidente del Circolo di Lerici di Legambiente

TESTO DEL COMUNICATO DI LEGAMBIENTE LA SPEZIA

Come Legambiente, in relazione al progetto di costruzione della nuova strada Ceparana-Santo Stefano di Magra e del nuovo ponte sul Magra, manifestiamo la nostra contrarietà, dando al contempo serie e fattibili alternative.

Come testualmente riportato nell’allegato alla “Variante del Piano del Parco di Montemarcello Magra relativo alla realizzazione del collegamento tra raccordo autostradale e la sponda destra del Fiume Magra”“l’opera in progetto non è conforme alla disciplina del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico) vigente, in quanto interessa aree sottoposte ai regimi normativi IS-CE e ANI-CE, pur essendo tangente all’ambito AE che caratterizza l’infrastruttura autostradale esistente; pertanto per la realizzazione di tale opera è necessaria, nell’ambito del relativo procedimento di approvazione, la modifica dei regimi normativi sopra indicati;”Oltre alla non conformità con il regime normativo in essere, riteniamo che la costruzione della nuova Ceparana Santo Stefano di Magra e del nuovo ponte porterà di sicuro un aumento dei flussi di traffico, come è sempre successo quando si è incrementato il reticolo stradale.

Ogni nuova opera stradale, consuma una grande quantità di suolo, depauperando e sottraendo risorse utili al mantenimento della biodiversità, della produzione di servizi eco-sistemici e di un ipotetico quanto auspicabile recupero agricolo/funzionale delle aree incolte e periurbane. La nuova opera porta immancabilmente all’abbruttimento e al degrado del Paesaggio compromettendone il valore sociale, culturale ed quindi economico, valore che sarebbe ora di mettere a bilancio quando si interviene sull’assetto territoriale

La stessa ipotesi di progetto nelle sue specifiche, per ciò che attiene agli impatti naturalistico ambientali recita testualmente “Nello Studio d’incidenza in merito all’alterazione della qualità dell’acqua viene analizzata la fase di cantiere e si rileva che “in linea generale, la presenza di mezzi in alveo potrà produrre un’alterazione degli ecosistemi fluviali con effetti negativi sulle relative comunità biologiche. In particolare, i principali effetti attesi sono i seguenti:

  • – Danneggiamento di microhabitat legati all’alveo di morbida, al fondo dell’alveo e, in generale, ad ecosistemi acquatici;- Variazioni dei livelli di torbidità delle acque dovute alla presenza dei mezzi in alveo ed alle trivellazioni con incremento di solidi sospesi con effetti sulla composizione e sulla densità delle comunità ittiche e macro-bentoniche;
  • – Fluttuazione delle portate idrauliche che potrebbero comportare perdita o danneggiamento di habitat elettivi per particolari specie di Ittiofauna ed erpetofauna (rettili e anfibi) nonché per alcune comunità vegetali;
  • – Sensibile incremento delle temperature locali delle acque con effetti negativi su microhabitat di elezione per particolari popolamenti floro-faunistici;
  • – Interruzione, seppur temporanea, della continuità fluviale;- Rischio d’inquinamento a causa di contaminazioni dovute a sversamenti accidentali di sostanze inquinanti (i.e. carburanti e lubrificanti)”.Insomma ce n’è abbastanza per capire che un’opera così associa danno al danno in una vallata già martoriata fin dagli anni ’60, e tutto questo solo perché non si vuole o non si ha la capacità e la cultura di progettare forme di mobilità alternative al mezzo privato e alla gomma (perdendo nel contempo l’opportunità di intercettare finanziamenti da fondi europei)

Come Legambiente riteniamo, come in questo caso, che occorra incentivare i trasporti pubblici su rotaia diminuendo fortemente il traffico pendolare. Considerare seriamente e con coraggio la riattivazione delle linee ferroviarie dismesse Sarzana – Santo Stefano e Santo Stefano – Pontremoli e trasformarle in Ferrovie Urbane Veloci, un tempo chiamate Metropolitane Leggere di Superficie. E, funzionale allo scopo, il prolungamento della tratta verso La Spezia e Massa Carrara.

Come Legambiente chiediamo di fermare la costruzione del ponte e della strada.

Stefano Sarti, Presidente Circolo “Nuova Ecologia” Legambiente Della Spezia

Alessandro Poletti, Presidente Circolo “Valdimagra” di Legambiente

Giovanni Cortelezzi, Presidente del Circolo di Lerici di Legambiente


TESTO DEL COMUNICATO NAZIONALE DI LEGAMBIENTE

Firenze, 8 aprile 2020 Comunicato stampa

Albiano, crolla ponte su fiume Magra

Legambiente: “Per la ripartenza del Paese non servono nuove autostrade o pedemontane,ma un piano per la messa in sicurezza del territorio e delle sue infrastrutturea partire dalla rete nazionale dei viadotti”

“Dopo il Ponte Morandi di Genova, crolla l’ennesimo ponte in Italia e questa volta in piena emergenza coronavirus.

Le immagini del crollo del Ponte ad Albiano Magra sono davvero impressionanti e mostrano ancora una volta un’Italia fragile anche dal punto di vista infrastrutturale. In quest’ultima settimana si sta parlando molto e giustamente dell’exit strategy dall’emergenza coronavirus che il Paese dovrà mettere in campo per ripartire a livello economico e occupazionale.

Ebbene la messa in sicurezza del nostro Paese, delle sue infrastrutture e del territorio deve essere una di queste priorità che il Governo deve mettere al centro della sua agenda politica.

Non sono ammessi più ritardi. Si usi calcestruzzo e tondini per mettere in sicurezza la rete nazionale dei viadotti, e non per realizzare nuove autostrade o pedemontane.

La ripartenza dell’Italia deve iniziare in primis dal suo territorio, tutelando al tempo stesso la vita delle persone, garantendo l’occupazione, puntando su semplificazioni e controlli e non su deregulation e far west”, così dichiara il Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

“L’insegnamento del ponte Morandi non è servito evidentemente a nulla. Il ponte crollato oggi ad Albiano Magra, frazione del comune di Aulla in provincia di Massa-Carrara, era sotto osservazione. Stiamo parlando di un nodo cruciale nell’ambito degli spostamenti e dei trasporti e di un tratto strategico che collega la Toscana alla Liguria; senza contare che il ponte si trova in un contesto già critico per il dissesto idrogeologico e per altro di una zona sismica.

Per fortuna il lockdown e l’isolamento forzato delle persone nelle proprie abitazioni per via dell’emergenza coronavirus ha evitato il verificarsi di una strage. La vera priorità per il nostro Paese deve essere la manutenzione delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio, non il realizzare grandi e inutili opere. Inoltre è fondamentale che vengano realizzati monitoraggi e controlli capillari su tutto il territorio nazionale”, dichiarano Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana e Santo Grammatico, Presidente Legambiente Liguria.

L’ufficio stampa di Legambiente:

3496546593 Luisa Calderaro

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3462308590 Valentina Barresi

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